Ormai è ufficiale. Tra poche ore il presidente della Repubblica scioglierà le camere e ci porterà (io dico finalmente) a nuove elezioni. Finalmente perché di Prodi, onnestamente non se ne poteva più. È stato un governo "sonnolenza", specchio del suo presidente, non per nulla soprannominato da Grillo "valium", ma soprattutto è stato il governo delle non riforme. Nessuna legge sul conflitto di interessi (di nuovo), nessuna nuova legge elettorale, nesuno snellimento della mastodontica macchina politica romana (la riforma costituzionale tanto auspicata da più parti). D'altronde se uniamo la scarsa propensione al risveglio mattutino del Mortadellone nazionale all'esiguità dei numeri al senato, non ci si poteva aspettare molto piú dello zero e dei pasticci prodotti in questi mesi. Se i numeri son quelli ci vuole un governo forte, autorevole e, consentitemelo, prepotente (su questo tornerò, ma chi mi conosce bene sa dove voglio arrivare). È andata così, e in fondo ce lo meritiamo, caproni come siamo se ci facessero scegliere nuovamente tra Prodi e il Berluska andremmo col vestito delle feste al nostro seggio per esercitare ancora una volta quell'ultimo straccetto di una ormai finta democrazia, passando prima, magari, per la nuova pagliacciata delle "primarie" monocandidato (altro che panem et circenses … bei tempi quelli).

Se poi qualcuno mi spiegasse il senso dell'operazione di questi giorni gliene sarei grato: il presidente, finite le consultazioni previste dalla legge incarica Marini, il presidente del senato, di rifarle esattamente uguali, nello stesso ordine e con la medesia finalità, trovare una maggioranza che non c'è più e sbattere il naso contro il muro. Spero almeno che qualcuno abbia cronometrato i due giri di consultazioni per capire chi è tra Marini e Napolitano il più veloce, almeno diamo un senso a questa farsa. Serve una nuova legge elettorale? certo che sì … e ci tornerò, ma il risultato delle scorse elezioni, con una maggioranza così risicata al senato è stato prima di tutto frutto di una profonda spaccatura (in due parti quasi uguali) del paese.
Non so perché ma questa volta ho proprio la sensazione che non si ripeterà.

Di Ste