Leggo sul giornale di oggi che "La ruota per la vita torna in funzione al civile".

La ruota, si legge in prima pagina, "può accogliere neonati 24 ore su 24, garantendo loro la massima sicurezza e l'anonimato a chi li deposita".
Di fatto, quindi, sarà possibile partorire, portare il neonato lungo il muro di cinta del Civile e depositarlo nell'apposita "urna".

Tutti ne scrivono bene, politici e responsabili dell'ospedale esultano, lo stesso giornale la dichiara "a difesa dell'infanzia".

Bene, anzi, male … malissimo! Io mi pongo fuori da questo coro di applausi e denuncio un'iniziativa che, secondo me, non è segno di uno stato, di un amministrazione, di un governo CIVILI!

Elio (e le storie tese) è stato profeta, con il suo "cassonetto differenziato per il frutto del peccato" degli anni 80 !
Satirico e pungente come sempre, auspicava la realizzazione di un cassonetto differenziato ove gettare i piccoli indesiderati. "… un mondo migliore, in cui una madre sappia dove gettare il bebè. Che già lo fan per la carta le bottiglie e le pile, e siamo gente civile e allora dite perchè, per i neonati non c'è, perchè, non c'è, dov'è … il cassonetto differenziato per il frutto del peccato." Ora Brescia, ma non solo lei, segue il consiglio del simpatico cantautore e realizza uno spazio nel quale sia possibile "gettare" neonati indesiderati.

Perché non sono d'accordo con quest'iniziativa? Semplice semplice: nel nostro ordinamento esiste una norma sin dal lontano 1939 che consente alle madri di partorire in ospedale mantenendo l'anonimato ed abbandonando il bambino appena venuto al mondo, in tutta sicurezza e in totale riservatezza (art. 70 del R.D. n° 1238/1939, modificato dall'art. 2 comma I della legge n° 127/97 e dal D.P.R. n° 396 del 3.11.2000): il nome della madre non comparirà  né nel certificato di assistenza al parto né nell’atto di nascita, e sia lei che il neonato riceveranno comunque tutte le cure e l’assistenza necessarie.

Ora, mi chiedo: perché uno stato civile non pubblicizza questa norma, non informa correttamente e diffusamente le madri in difficoltà, non fa campagne in TV o sulla carta stampata per comunicare l'esistenza di questa possibilità anziché favorire l'installazione di veri e propri cassonetti differenziati presso gli ospedali? Non si rende conto nessuno che in questo modo si dice alla madre: "cara, partorisci pure a casa, da sola o con l'aiuto di tuo marito meccanico, poi, se il piccolo e tu riuscite a non prendere un'infenzione o a morire dissanguati portalo nel cesto fuori dall'ospedale, se sopravvive ci penseremo noi"

No, no e poi no! Non ci sto! Pubblicizziamo il "parto anonimo", ma boicottiamo la ruota … siamo o non siamo un paese civile? 

Di Ste